SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 01/09/14

Ascolta con webReader

SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 01/09/14

 

INDICE

 

CARC Firenze carc.firenze@libero.it

QUALE GOVERNO PER IL DIRITTO ALLA SALUTE?

 

Katia Lumachi klumachi@gmail.com

FALCONARA MARITTIMA: APPROVATA MOZIONE SU INDAGINE EPIDEMIOLOGICA E REGISTRO TUMORI

 

Katia Lumachi klumachi@gmail.com

RIFIUTI NEL MEDITERRANEO: AL VIA PIANO CONTRO L’INQUINAMENTO

 

Voci della Memoria info@vocidellamemoria.org

VOCI DELLA MEMORIA E COMITATO AMBIENTALISTA DELL’ANNO

 

Cobas Pisa confcobaspisa@alice.it

STARE NEI FLUSSI DI INFORMAZIONE: PANE QUOTIDIANO DEI MOVIMENTI E DELL’AZIONE POLITICA E SINDACALE

 

Gruppo Operaio goam@hotmail.it

COMITATO DI LOTTA PER IL LAVORO MILANO: CONVOCAZIONE ASSEMBLEA 3 SETTEMBRE 2014

 

Carlo Soricelli soricarlo49@gmail.com

L’INDIFFERENZA CHE UCCIDE: REPORT MORTI SUL LAVORO NEI PRIMI OTTO MESI DEL 2014

 

———————

 

From: CARC Firenze carc.firenze@libero.it

To:

Sent: Wednesday, August 27, 2014 12:30 PM

Subject: QUALE GOVERNO PER IL DIRITTO ALLA SALUTE?

 

DIBATTITO PUBBLICO “QUALE GOVERNO PER IL DIRITTO ALLA SALUTE”

FESTA DELLA RISCOSSA POPOLARE – MASSA, 14 AGOSTO 2014

Venerdì 14 agosto presso la Festa della Riscossa Popolare si è tenuto un dibattito pubblico sul tema “Quale governo per il diritto alla salute?” che ha visto la partecipazione di una quarantina di persone e l’intervento di diverse realtà e soggetti (Coordinamento Toscano per Il Diritto alla Salute, USI ospedale San Paolo di Milano, Coordinamento Difesa 194, Cobas Careggi Firenze, Unione Inquilini Siena, Comitato Salute Pubblica Massa, Daniele Rovai, Gruppo di Lavoro Regionale sulla Sanità del Movimento 5 Stelle) che si sono confrontati sulla via da percorrere per contrastare l’attacco alla salute intesa non solo come accesso alle cure, ma nel senso ampio di benessere fisico-psichico, sociale, ambientale. Si tratta di un attacco inserito in un contesto di crisi generale (economico, politico, culturale e ambientale) del sistema capitalista che per sua natura deve espandere all’infinito la produzione e il consumo seguendo le leggi del profitto dei singoli piuttosto che gli interessi e il benessere della collettività.

Con il nuovo Patto per la Salute, siglato a inizio luglio, il governo Renzi dimostra di non avere risposte per affrontare questa crisi se non peggiorando ulteriormente le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari. Vengono confermati i ticket, diminuiti i posti letto, è confermato il blocco degli organici, abbassati gli standard di assistenza: tutte misure che accentuano il degrado del Servizio Sanitario pubblico a favore del privato mentre per i lavoratori comportano più flessibilità, appesantimenti dei carichi di lavoro, mobbing e repressione disciplinare per chi protesta. Su quest’ultimo aspetto è intervenuto, in collegamento telefonico, un lavoratore dell’ospedale San Paolo di Milano, dove sono in corso licenziamenti per aver rivendicato assunzioni e qualità dell’assistenza: la battaglia per il diritto alla salute e per la sanità non può e non deve essere slegata da chi lavora in questo ambito, dobbiamo sostenere e valorizzare i lavoratori che si preoccupano di tutelare la qualità del loro lavoro e dell’azienda sanitaria in cui sono impiegati proiettando la loro lotta all’esterno, coinvolgendo gli utenti. In solidarietà a questi lavoratori e a tutti coloro che stanno subendo situazioni analoghe è stato proposto all’assemblea un comunicato sottoscritto dai presenti (vedi a seguire COMUNICATO DI SOLIDARIETA’).

Buona parte del contenuto del nuovo Patto per la salute in Toscana lo conosciamo già perché incorporato nel Piano sanitario e sociale integrato della Toscana e nelle delibere di riorganizzazione varate dalla giunta negli ultimi due anni.

E’ proprio per contrastare queste delibere, che rendono esecutiva la Legge n.1253 del 2012 (già peggiorativa rispetto alla spending review varata da Monti) e che riordina il servizio sanitario regionale toscano, che si è costituito il Coordinamento Toscano per il Diritto alla Salute e che diversi comitati si sono riuniti nel Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana (CREST). Questi Coordinamenti e Comitati stanno a dimostrare che il diritto alla salute non è per niente garantito e che la sanità non è uguale per tutti, ma si cura solo chi può! Sono uno strumento necessario per rendere efficaci le lotte sui territori, per unire cittadini e lavoratori del settore.

In particolare il Coordinamento Toscano per il Diritto alla Salute ha avviato in tutta la regione una campagna di informazione e mobilitazione sull’illegittimità dei ticket sanitari che come primo passo si sta sviluppando attraverso una petizione popolare per organizzare cittadini e operatori sanitari a realizzare azioni dimostrative di boicottaggio degli stessi.

Su questo aspetto oltre ad esponenti del Coordinamento e del Comitato Sanità Pubblica di Massa è intervenuto anche un rappresentante dell’Unione Inquilini che ha messo bene in luce come la questione sanitaria è strettamente legata all’emergenza abitativa, non a caso un fondamento principale del diritto alla salute è garantire a tutti un alloggio dignitoso; inoltre, il degrado in cui vivono la maggior parte dei quartieri popolari, o il blocco delle esenzioni che costringe questi a dover scegliere tra curarsi e mangiare, tra pagare l’affitto, la bolletta, o il ticket, sono alcuni dei tanti modi in cui la questione sanitaria si lega con la questione abitativa.

Si tratta di connettere l’emergenza abitativa con la lotta che il Coordinamento Toscano per il Diritto alla Salute, il Comitato di Salute Pubblica e i tanti coordinamenti in difesa della salute e della sanità pubblica stanno portando avanti, allargando il fronte e favorendo il coordinamento tra tutti gli organismi, proponendo campagne e promuovendo il protagonismo di chi vive in prima persona gli effetti più devastanti della crisi: giovani, anziani, lavoratori, disoccupati, le masse popolari tutte.

Oggi disponiamo di strumenti e conoscenze per curare chiunque ne abbia bisogno e per prevenire una quantità enorme di cause di malattia e di morte. Questi strumenti vanno estesi a tutti i cittadini! Abbiamo strutture che, se tenute in efficienza, possono soddisfare le necessità di tutti, ci sono schiere di lavoratori specializzati pronti a mettere a disposizione la loro professionalità nell’interesse della collettività.

Invece chi governa da un lato promuove e realizza progetti scellerati di nuovi ospedali inutili e dannosi, dall’altro giustifica i tagli con la mancanza di risorse. Su questo è intervenuto Daniele Rovai che ha condotto un’importante inchiesta sui quattro nuovi ospedali toscani e sul sistema truffaldino del project financing col quale sono stati costruiti, realizzando di fatto la privatizzazione di tutta una serie di servizi legati alle strutture ospedaliere (parcheggi, mense, lavanderie, logistica, ecc) e togliendo dalle mani del pubblico e dei cittadini qualsiasi possibilità di controllo: la sua inchiesta dimostra chiaramente che le risorse ci sono, ma non c’è la volontà politica di usarle per l’interesse collettivo!

Questa volontà politica è rappresentata dalla Giunta Rossi, che si è distinta proprio per le scelte apertamente antipopolari e criminali in tema di salute e che per questo non può rappresentare un interlocutore credibile a cui riferirsi per rivendicare la tutela del diritto alla salute. Bisogna porsi l’obbiettivo di togliere di mezzo questa giunta creando una mobilitazione che porti all’insediamento di un governo che voglia realmente mettere in campo quelle misure che fanno gli interessi delle masse popolari e non del sistema del profitto di pochi, quindi un governo che possa garantire il diritto universale alla salute e tutti gli altri aspetti di interesse collettivo, a partire dal lavoro e dalla casa.

Il dibattito ha avuto il pregio di mettere a confronto singoli soggetti e organismi che lottano ogni giorno per difendere e tutelare il diritto alla salute per tutti, ognuno utilizzando gli strumenti che ha a disposizione (l’inchiesta, lo sciopero, la raccolta firme, movimenti d’opinione); ha fatto emergere che il centro del problema sono le scelte politiche che vengono messe in campo e allo stato attuale delle cose sono politiche che mettono al primo posto l’interesse economico alla cura dei cittadini. E’ qui che noi come organizzatori del dibattito diciamo che diviene centrale, nelle battaglie che portiamo avanti, costruire un’alternativa politica che parta dalle masse popolari e risponda alle esigenza primarie delle stesse, un Governo d’Emergenza Popolare.

Usciamo da questo dibattito con la consapevolezza di dover avanzare, dal coordinamento di forze che ci ha fatto fare un passo di qualità, dobbiamo puntare a fare un salto nella lotta passando dalla rivendicazione alla costruzione di una nuova governabilità attraverso il protagonismo dei lavoratori e degli utenti delle aziende ospedaliere.

Il prossimo appuntamento importante, al quale sollecitiamo tutti a partecipare, per approfondire i temi trattati e per allargare ulteriormente il coordinamento anche ad altri settori di lotta popolare (come ad esempio quello della casa) è l’assemblea generale aperta e organizzata dal Coordinamento Toscano per il Diritto alla salute che si terrà il 27 settembre presso il dopolavoro ferroviario di Firenze (data e luogo da confermare). Raccogliamo inoltre l’intervento dell’esponente di Siena e sollecitiamo in maniera particolare la presenza dell’Unione Inquilini a questa assemblea, in quanto può dare un contributo concreto e importante per lo sviluppo della campagna contro i ticket sanitari e in generale per la mobilitazione in difesa del diritto alla salute.

La salute non è un bene disponibile per il profitto!

Costruiamo il Governo di Emergenza Popolare!

 

25 agosto 2014

Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)

Federazione Toscana: via Rocca Tedalda, 277 Firenze

e-mail: federazionetoscana@libero.it

sito: www.carc.it

 

* * * * *

 

COMUNICATO DI SOLIDARIETA’

Questa assemblea esprime la propria solidarietà ai lavoratori dell’ospedale San Paolo di Milano

licenziati in tronco per aver fatto coerentemente il proprio dovere di delegati sindacali, in difesa

delle condizioni lavorative dei colleghi e di conseguenza per un livello dignitoso di assistenza per gli utenti dell’ospedale. Il recente Patto per la Salute di Renzi è la naturale prosecuzione del lavoro di distruzione della Sanità pubblica di Monti, Letta e Berlusconi in favore di quella privata e confessionale, e per proseguire questo sporco lavoro (avendo finito ogni tipo di retorica credibile), si comincia ad usare apertamente la repressione con chi non si rassegna o si piega a subire: oltre al caso del San Paolo, a Firenze un delegato Cobas dell’ ospedale di Ponte a Niccheri in lotta contro i ridimensionamenti viene trasferito in un reparto “confino” per renderlo inoffensivo, la Guardia di Finanza denuncia alla Corte dei Conti gli operatori dell’ospedale di Volterra per la mancata riscossione dei ticket (come se fosse compito loro), e sono solo gli esempi più eclatanti.

Questo indica che il problema e generalizzato e non esistono Regioni o ASL “virtuose”, a partire proprio dalla Toscana che con la delibera n.1235, perfino peggiorativa della spending review di Monti, ha fatto da apripista nazionale.

Ribadiamo la nostra vicinanza a questi lavoratori e alla loro vertenza, auspicando il coinvolgimento più ampio possibile delle altre sigle sindacali e soprattutto degli utenti e delle loro organizzazioni, per una battaglia comune contro chi pretende che la salute sia una merce e non un diritto.

Massa, 14 agosto 2014

 

———————

 

From: Katia Lumachi klumachi@gmail.com

To:

Sent: Thursday, August 28, 2014 10:03 AM

Subject: FALCONARA MARITTIMA: APPROVATA MOZIONE SU INDAGINE EPIDEMIOLOGICA E REGISTRO TUMORI

 

Grazie a Loris Calcina, inoltro per conoscenza e appunto l’indiscutibile buon lavoro del Comitato Villanova di Falconara, Ondaverde onlus, altri e liberi cittadini.

Per chi non lo sapesse Falconara è tra i 17 Siti di Interesse Nazionale (SIN) per la bonifica scampati dall’ultima defalcazione dei Governi Letta e Renzi.

L’Istituto tumori di Milano ha condotto l’indagine epidemiologica di più importante risonanza (pubblicata sullo studio Sentieri).

La mozione è stata approvata.

Mi sembra quanto di più efficace poteva essere esercitato in questa circostanza, appunto di SIN.

Questo comunque non significa che chi non abbia un SIN sottocasa non si debba scollare dal seggiolone.

Speriamo di incontrarne gli sviluppi positivi. Intanto in casa staremo con gli occhi vigili.

Grazie Loris.

Katia

 

* * * * *

 

COMUNE DI FALCONARA MARITTIMA (PROVINCIA DI ANCONA)

ATTO DEL CONSIGLIO COMUNALE

DELIBERAZIONE

Numero 12 del 06/03/14

OGGETTO: Mozione per istituzione di un registro tumori regionale e registro cause di morte – Avvio di un servizio di sorveglianza sanitaria sulla popolazione del comune di Falconara Marittima

L’anno duemilaquattordici, il giorno sei del mese di marzo, alle ore 18,30 nella sala delle adunanze a seguito di convocazione protocollo n.8436 del 28/02/14, disposta nei modi di legge, si è riunito il Consiglio Comunale in sessione ordinaria.

La seduta è in prima convocazione. Risultano all’inizio della trattazione del presente punto presenti 17, assenti 0

La seduta è pubblica.

IL CONSIGLIO COMUNALE

Vista la proposta di mozione redatta e presentata in corso di seduta congiuntamente dai consiglieri Al Diry (ICPF), Baia (UPF), Borini (FBC/CIC), Cipolletti (FIM), Donati (RF), Mastrovincenzo (PD), Proto (IPM); datane lettura dal Presidente Giacanella; svoltasi la discussione, con interventi e repliche dei sotto indicati, discussione risultante dalla trascrizione integrale.

Con votazione in forma palese, che dà il seguente risultato:

presenti 17, favorevoli 17, contrari 0, astenuti 0;

DELIBERA

di approvare la suddetta mozione, il cui testo è di seguito interamente trascritto.

La seduta è tolta alle ore 22,25.

MOZIONE PER ISTITUZIONE DI UN REGISTRO TUMORI REGIONALE E REGISTRO CAUSE DI MORTE – AVVIO DI UN SERVIZIO DI SORVEGLIANZA SANITARIA SULLA POPOLAZIONE DEL COMUNE DI FALCONARA MARITTIMA

VISTI:

–         i risultati delle numerose indagini epidemiologiche a oggi conoscibili commissionate e/o eseguite da Enti pubblici ed Istituti Nazionali di ricerca (tra i quali l’ARPAM, l’ARS e l’ASUR tra il 2008 e il 2011);

–         le conclusioni finali dello studio Sentieri che si riportano: “Nel SIN di Falconara, a fronte di un generale difetto nella mortalità, sono presenti eccessi che riguardano in particolare i tumori del polmone. Sarebbe opportuno sviluppare un sistema di sorveglianza epidemiologica mirato, estendendo l’osservazione anche ai tumori del sistema linfoemopoietico. L’eccesso di mortalità per malformazioni congenite andrebbe approfondito tramite indagini di prevalenza/incidenza”;

CONSIDERATO CHE:

–         è dovere di un’amministrazione tutelare il diritto alla salute dei cittadini ed informarli dei rischi con obiettività, senza allarmismo e senza sottovalutare la questione;

–         tali problematiche devono essere affrontate con la partecipazione, l’ausilio e le competenze degli enti istituzionali sovra ordinati;

EVIDENZIATO CHE:

–         tali studi debbono considerarsi un primo e importante passo per una approfondita e corretta conoscenza dell’incidenza reale di patologie legate all’inquinamento ambientale;

–         è di fondamentale importanza implementare l’ambito di ricerca mediante la promozione di un sistema di sorveglianza epidemiologica e sanitaria comprendente attivazione di un registro dei tumori di popolazione ed il costante monitoraggio della dispersione ambientale degli inquinanti (vedi dottor Mauro Mariottini);

–         il ruolo dell’ambiente è ritenuto (dalla comunità scientifica internazionale) un elemento cruciale nello sviluppo delle patologie neoplastiche e le indagini epidemiologiche sono ormai considerate strumenti di studio fondamentali, non solo per il reale monitoraggio della relazione tra ambiente e malattie, ma anche per la messa a punto di immediate strategie di contrasto e prevenzione a tutela della salute pubblica;

–         è noto che l’efficacia della ricerca epidemiologica si attua attraverso la valutazione di molteplici indagini ognuna delle quali contribuisce alla valutazione della fondatezza dell’ipotesi eziologica in esame fino a ritenerla un “ragionevole razionale” di processi decisionali.

Tutto ciò premesso il Consiglio Comunale

IMPEGNA:

Il Sindaco e l’Amministrazione:

–         alla stipula di una Convenzione fra Comune e ARPAM per l’avvio di un Servizio di Sorveglianza Sanitaria da realizzarsi attraverso un report annuale che contenga dati in forma anonima relativi a: ricoveri ospedalieri/day hospital, mortalità, problemi riscontrati alla nascita, altri dati;

–         a chiedere, anche tramite l’ANCI, alla Regione Marche la concreta attivazione del Registro dei Tumori che allo stato attuale delle conoscenze rappresenta lo strumento più idoneo per rilevare la reale incidenza della malattia,;

–         a continuare con l’attività di coordinamento con i Sindaci delle città limitrofe e gli enti sovra ordinati al fine di contrastare e ridurre il fenomeno delle polveri sottili;

–         a chiedere alla Provincia ed alla Regione ulteriori fondi per la manutenzione e l’implementazione delle centraline di rilevamento dell’inquinamento;

–         a informare costantemente i cittadini sui livelli di inquinamento e sui livelli di salute tramite un apposito spazio nel sito internet comunale, tramite assemblee pubbliche e attività di sensibilizzazione;

–         a relazionarsi e collaborare con altri comuni che presentano le stesse problematiche ambientali e di salute;

–         a verificare la necessità di una stesura di un protocollo sanitario (Regione, ARPAM, ASUR, Comune di Falconara) che consenta di eseguire gratuitamente della diagnostica di prevenzione sulla popolazione falconarese riguardo alle criticità già emerse dai citati studi o che potranno emergere in seguito;

–         ad aderire alla rete dei comuni SIN.

Lì, 14/03/14

 

———————

 

From: Katia Lumachi klumachi@gmail.com

To:

Sent: Thursday, August 28, 2014 11:18 AM

Subject: RIFIUTI NEL MEDITERRANEO: AL VIA PIANO CONTRO L’INQUINAMENTO

 

Vi prego di fare attenzione al prossimo Piano Regionale sui Rifiuti della vostra regione che si realizza in corrispondenza al Piani D’azione Nazionale (PAN) per combattere l’inquinamento proveniente da fonti ed attività terrestri.

Nelle Marche è possibile che venga discusso nel Piano Regionale dei Rifiuti Solidi Urbani (RSU), che vede la sua data di realizzazione e termine lavori entro settembre 2014.

Il Piano dovrebbe essere già entrato in vigore nel mese di luglio. Il Piano è regionale, ma si realizza a livello nazionale.

Non si parla solo di materiali e oggetti abbandonati sulle spiagge, ma di tutto ciò che da attività marine o terrestri, attraverso fiumi, acque reflue o a causa di particolari eventi di maltempo, diventa parte integrante della composizione delle acque dei nostri mari.

Katia

 

* * * * *

 

Da : http://www.greenstyle.it

RIFIUTI NEL MEDITERRANEO: AL VIA PIANO CONTRO L’INQUINAMENTO

Il problema dei rifiuti in mare, è sempre più sentito. Non si parla solo di materiali e oggetti abbandonati sulle spiagge, ma di tutto ciò che da attività marine o terrestri, attraverso fiumi, acque reflue o a causa di particolari eventi di maltempo, diventa parte integrante della composizione delle acque dei nostri mari.

Come ha fatto notare Gaetano Leone, coordinatore del United Nations Environment Programme (UNEP) Mediterranean Action Plan per la Convenzione di Barcellona: “Gli impatti dei rifiuti marini non sono solo ambientali, ma anche economici, relativi a salute e sicurezza e culturali”.

Ecco perché già nel dicembre 2013 i 21 Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, assieme alla Commissione Europea e ai Membri della Convenzione di Barcellona, avevano adottato il Protocol for the Protection of the Mediterranean Sea against Pollution from Land-Based Sources and Activities (LBS), un piano per la gestione dei rifiuti, che da luglio entra in vigore e si avvale dell’adozione di misure giuridiche vincolanti.

E’ un piano regionale, ma sarà realizzato a livello nazionale. Viene lanciato infatti in corrispondenza all’aggiornamento dei Piani d’Azione Nazionali (PAN) per combattere l’inquinamento proveniente da fonti ed attività terrestri.

Il Piano per la prima volta adotta un approccio di tipo ecosistemico, ai fini del raggiungimento di un “buono stato di salute” e si occuperà di prevenzione, ma anche di riduzione, riutilizzo e riciclo. In coordinamento con i vari nuclei costieri sarà indirizzato alla gestione integrata di rifiuti marini, con quella dei rifiuti solidi urbani.

Il calendario delle misure prevede un arco temporale di azione che andrà dal 2016 al 2025, ma molte delle misure dovranno essere adottate entro il 2020. L’attenzione sarà concentrata in particolare sul problema della plastica, che costituisce da sola fino all’83% del totale dei rifiuti marini.

Attraverso accordi con la grande distribuzione e con l’industria della plastica, si cercherà di regolamentare e ridurre la produzione di sacchetti e imballaggi che così grande danno fanno agli ecosistemi a causa della loro scarsa degradabilità.

Un dubbio sorge dalla mancata previsione di multe per chi non rispetta i vincoli. Il sistema della Convenzione di Barcellona si basa infatti sulla sanzione politica, dal momento che tutti i documenti sono pubblici.

 

———————

 

From: Voci della Memoria info@vocidellamemoria.org

To:

Sent: Saturday, August 30, 2014 4:52 PM

Subject: VOCI DELLA MEMORIA E COMITATO AMBIENTALISTA DELL’ANNO

 

Car* Tutt*,

Fra le prime cose da fare quando si riparte, c’è quella di ribadire a chi lavora con noi (e altrettanto spesso a chi lo fa “contro” di noi) quello che siamo, da dove veniamo e perché una realtà come la nostra dopo anni è ancora inattaccabile sotto il punto di vista della coerenza e della correttezza.

L’anno passato, su invito di quella gran bella persona che è Vittorio Giordano di Legambiente Casale Monferrato, decidemmo di aderire al comitato promotore del premio “Ambientalista dell’anno” organizzato dalla rivista “La nuova ecologia” di Legambiente, per l’occasione intitolato a Luisa Minazzi, cittadina martire dell’amianto della nostra città.

Solo una cosa chiedemmo e ci trovammo a difendere anche nelle riunioni preparatorie dell’edizione 2013: la natura spontanea e lontana dalle mani di rappresentanti, candidati, amici degli amici, ecc.

Per il primo anno, anche impuntandoci, abbiamo tenuto la barra dritta nonostante qualche mediazione (vedi premiazione da parte della stessa giunta che voleva venderci tutti), in questo secondo anno (come si evince dal comunicato sotto) la presenza di persone direttamente coinvolte a rappresentare partiti e di giunte esse stesse espressione partitica, sono state straripanti al punto di costringerci all’unica scelta possibile, questo è il nostro modo di fare.

 

Caro Vittorio,

negli ultimi mesi siamo stati spettatori di alcuni cambiamenti all’interno del comitato che ci hanno spinto a defilarci temporaneamente in attesa dell’evolversi della situazione. Come ben sai Voci è orgogliosamente apartitica e ha sempre voluto mantenere la propria indipendenza e obiettività. Per coerenza ci siamo sempre rifiutati di schierarci al fianco di qualunque amministrazione, di qualunque “colore” politico, cercando sempre di operare in modo incisivo e prestando molta attenzione a farlo in modo da non poter essere strumentalizzati.

Abbiamo quindi deciso di non partecipare alle riunioni tenutesi in campagna elettorale poiché non ritenevano opportuno e coerente affiancare il nome di Voci al candidati consiglieri presenti all’interno del comitato, a maggior ragione per il fatto che correvano entrambi per lo stesso candidato. Alla carica di Sindaco. Abbiamo accolto con molto favore l’interessamento della nuova amministrazione verso il “Premio Ambientalista dell’anno”, ma non possiamo non ricordare che la nostra iniziale adesione al comitato fosse legata al coinvolgimento di Associazioni e non di Istituzioni. Prendiamo atto con piacere della sensibilità ambientalista della nuova Amministrazione e cediamo volentieri il passo a chi possa dare al Premio stesso una veste istituzionale, ma contemporaneamente ci rendiamo conto che la permanenza di Voci all’interno del comitato è diventata incoerente con il nostro desiderio di mantenere una posizione di imparzialità ed equidistanza tra le forze politiche della nostra città.

Detto questo, augurando al comitato di proseguire l’ottimo lavoro svolto fino a qui è nella speranza che la sensibilità portata da Voci durante la permanenza al uso interno resti patrimonio del comitato stesso, chiediamo gentilmente di non farne più parte pur conservando la stima nel vostro operato.

 

Pamela Bucero

Presidente dell’Associazione Voci della Memoria

Associazione Voci della Memoria

 

Sito: http://vocidellamemoria.org

Facebook: http://it-it.facebook.com/group.php?gid=112085158810040

 

———————

 

From: Cobas Pisa confcobaspisa@alice.it

To:

Sent: Sunday, August 31, 2014 10:46 AM

Subject: STARE NEI FLUSSI DI INFORMAZIONE: PANE QUOTIDIANO DEI MOVIMENTI E DELL’AZIONE POLITICA E SINDACALE

 

Cari/e,

vi giro questo documento (che alcuni di voi hanno già letto) di Fabio Sebastiani per Controlacrisi.

La proposta è parte integrante di un percorso seminariale che è stato avviato da quasi un anno con FIOM e USB e finalizzato a:

–         rendere autonomo il singolo delegato RSU permettendogli, con alcune conoscenze di base, di amplificare il suo lavoro all’interno di una rete più ampia;

–         superare le logiche di appartenenza e gli schematismi propri del militante chiuso in una singola organizzazione.

Lo stesso ragionamento valido per il sindacato vale anche per il militante politico.

Noi a Pisa abbiamo vari blog, quello della Festa Rossa di Lari e quello di Cobas Pisa, tanto per fare due esempi.

La esperienza di Cobas Pisa ci induce a tre riflessioni:

–         la stragrande maggioranza del popolo Cobas non legge il blog e meno che mai lo aggiorna e lo approfondisce;

–         molti “attivisti” Cobas stanno su Facebook senza manco porsi il problema del collegamento con il proprio agire sindacale;

–         il blog sembra quasi una mia creatura e fissazione: tranne uno o due quasi nessuno ha inviato materiali; eppure il blog ci ha messo in contatto con l’area attiva contro i morti sul lavoro e con la rete di attivisti per la Palestina.

La proposta di Fabio Sebastiani (riportata a seguire) è sicuramente l’incipit di un lavoro che potrebbe portare a una giornata di approfondimento seminariale (i costi ce li dividiamo Cobas e Festa Rossa) per insegnare al singolo delegato l’uso degli strumenti necessari a diffondere il proprio operato.

Per fare ciò serve una strategia di comunicazione che invogli alla partecipazione.

Occorre mettersi all’interno di una rete più ampia perchè nessuno può accontentarsi di quel poco che ha, pena il suo isolamento.

La mia proposta è la seguente.

Leggetevi il documento, fate le vostre obiezioni, coinvolgiamo nel seminario anche chi materialmente costruisce i siti/blog di Cobas Pisa e Festa Rossa, diamo un titolo che possa suscitare interesse nel militante sociale, sindacale e politico.

Io penserei a un incontro ai primi di ottobre.

Chiederei a Fabio di darci qualche spunto in più.

Ciao

 

Federico Giusti

Cobas Pisa

 

* * * * *

 

STARE NEI FLUSSI DI INFORMAZIONE: PANE QUOTIDIANO DEI MOVIMENTI E DELL’AZIONE POLITICA E SINDACALE

I RIFERIMENTI TEORICI

Questo documento, per ora solo in bozza, vuole essere la base per una discussione tra mondo del giornalismo antagonista e soggetti attivi nel settore sindacale, politico e sociale. L’obiettivo è di fare in modo che in coincidenza con la ripresa delle lotte si ponga all’ordine del giorno la questione dell’informazione. La crisi del patrimonio di testate più o meno grandi della sinistra antagonista ci pone due ordini di problemi principali: quali strumenti utilizzare e quali risorse mobilitare, e a quale modello rifarsi per costruire una rete che funzioni e non si limiti a riprodurre il “rumore di fondo” del mainstream.

Questo non vuole essere un documento esaustivo, ma una raccolta di spunti di riflessione che possono essere utilizzati già da subito in ambiti di attivismo sindacale, politico e sociale, più o meno organizzati nel tentativo di cominciare a costruire un proprio punto di vista.

Si tratta di osservazioni e considerazioni che nascono dalla crisi dell’editoria di sinistra e, in particolare, degli organi di informazione in cui l’impegno politico e quello professionale hanno sempre viaggiato su binari paralleli. In appendice vengono formulate alcune proposte il cui scopo reale è più che altro quello di fornire un immediato punto di appoggio a chiunque ravvisi elementi positivi e abbia intenzione di fare un po’ di strada assieme.

INFORMAZIONE E LOTTA POLITICA

In premessa vogliamo sottolineare che oggi quello che è venuto a mancare alla battaglia politica e sociale non è solo la presenza di un soggetto editoriale di sinistra, e quindi di una o più redazioni professionali in grado di produrre contenuti sulle lotte sociali e sulla politica, e comunque in grado di dare il proprio contributo a costruire un punto di vista alternativo a quello del potere. Quello che è venuto a mancare è stato anche un know how all’altezza della sfida proposta dalla rivoluzione tecnologica, a partire dal web.

Cosa intendiamo per “redazioni professionali”? Innanzitutto, soggetti che abbiano un background che gli consenta di orientarsi in un universo, quello dell’informazione moderna, che si va complicando sempre di più. Secondariamente, professionalità che in questi anni sono stati di maturare solide relazioni con i movimenti e tutto ciò che si muove nella materia sociale, senza smarrire il punto di vista antagonista.

Ma l’elemento più importante di tutto questo ragionamento è il fatto che oggi l’informazione per come viene trattata e per i canali che è costretta a usare ha bisogno di applicazione costante. In pratica, non consente un impegno saltuario. O meglio, in un universo web in cui abbondano i blogger è impensabile non avere comunque alcuni “nodi della rete” che agiscano da “ordinatori”, “selettori” e da “orientatori”.

NELLE MODALITA’ DI PRODUZIONE DELL’INFORMAZIONE SONO CAMBIATI ALCUNI PARAMETRI IMPORTANTI

I movimenti hanno fondamentalmente sbagliato approccio in quanto da una parte hanno pensato di riprodurre al loro interno la figura del “mediattivista” isolato come punto cardine delle reti e, dall’altra, hanno scimmiottato i moduli che il mainstream andava producendo pensando che questa modalità operativa fosse la strada per contendere al mainstream il numero dei “contatti” on line. Oggi nessuno si è accorto che la funzione del “sito” è nettamente superata. O si è in grado di farne un nodo di reti più ampie, o ci si inventa una attività di corredo che aiuti a diffondere link e contenuti, oppure si è destinati a una morte lenta, sperando di tanto in tanto che qualche sito di informazione riprenda i nostri contenuti e appaghi così il nostro bisogno di “flessibilità”. Inoltre, da quando il monopolio del web antagonista viene in qualche modo rappresentato dal cosiddetto “grillismo”, la sinistra ha come tirato i remi in barca abdicando a funzioni che in realtà rappresentavano il suo proprio patrimonio.

Le grandi organizzazioni politiche e sindacali, poi, non hanno ancora capito che in un contesto in cui cambia la direzionalità dei flussi (da verticali a orizzontali) l’impostazione che privilegia “l’organo ufficiale” viene necessariamente a soccombere. E questo ha agito principalmente come “botta finale” perché si è portato dietro una scarsissima capacità di reazione, che poi è la capacità ad uscire dalle secche di un modello consolidato negli anni ma ormai non più rispondente alle nuove dinamiche.

Quello che occorre sviluppare immediatamente è la capacità di costruire reti e interconnetterle tra loro in modo organizzato. Se non si parte da qui è difficile ritrovare una propria strada nel web, anche perché il modello capitalista continua a lavorare in base al principio che le reti valgono nella misura in cui costruiscono un mercato potenziale. E quindi prima vengono strutturate, sottraendole all’egemonia del potere e meglio è. Ciò che può fare una rete, interconnessa in modo organizzato ad altre reti, è fornire quella spinta sufficiente a fare in modo che un contenuto abbia non successo ma anche soltanto qualche possibilità di propagazione.

IL PANORAMA

Oggi il Web 2.0, le sue numerose piattaforme a disposizione di chi naviga, ma soprattutto il ruolo dell’utente che, e questa è la grande innovazione, diventa protagonista “della notizia” che sceglie di inserire, permettendo inoltre di cambiare il ruolo e la modalità di lavoro del giornalista, assiduo frequentatore di blogger e social network, è entrato in un continuo processo di mutazione. Un processo che ci obbliga a dire addio alla centralità dei siti,e ad accostarci con cautela e “con qualche idea in testa” allo strapotere dei social network.

Dal modello verticale di informazione ci si sta spostando vertiginosamente vero il modello orizzontale e quindi verso l’autocomunicazione. Per autocomunicazione si intende un insieme di procedure che riguardano il trattamento dell’informazione in cui il confine tra momento della produzione e momento dell’uso dei contenuti, principalmente attraverso la lettura, è sempre più labile. Se a questo si aggiunge la velocità di diffusione dell’informazione si capisce come i modelli consolidati che riguardano la decodificazione del messaggio stanno saltando del tutto.

A farne le spese è non solo la fissità dei ruoli, ma anche la tenuta dei modelli tendenzialmente egemonici e la trasmissione stessa delle ideologie. La formazione delle opinioni e delle coscienze avviene con procedure completamente rinnovate, in cui il ruolo del soggetto ricevente è più consolidato, anche se questo non significa immediatamente “più critico”. Non a caso le moderne tecniche pubblicitarie utilizzano ormai metodi piuttosto hard per superare questa barriera, attaccando direttamente il livello inconscio degli utenti. E’ quel che accade, per esempio, nelle campagne elettorali.

“CHE FARE?”

L’adeguamento sul piano informativo, quindi, per chi opera in qualche modo nell’ambito dell’impegno politico e della militanza sindacale è un imperativo, pena un progressivo “mutismo parlante”. La battaglia per la “visibilità” è fondamentale esattamente come ieri, solo che oggi si svolge con modalità del tutto mutate e non così immediate.

Per visibilità qui intendiamo la capacità di produrre “sensi” nel ciclo dell’informazione e della comunicazione. Certo, il punto di partenza è che la rete va innanzitutto inquadrata come un “processo” e non come una “platea di lettori”. Dietro questa distinzione risiede la differenza tra “senso” e “significato”. Se vogliamo la differenza tra “significato statico” (platea di lettori) e “significato mobilitante” (rete come processo) è alla base del modo di intendere la comunicazione attiva e l’informazione orizzontale in rete. Nel processo ci sono orizzontalità che entrano in relazione e non erogatori attivi, da una parte, e fruitori di informazione passivi dall’altra. In breve se io trasmetto un simbolo a cui è legato un significato faccio solo metà del mio gesto comunicativo, se poi l’interlocutore non sa esattamente cosa fare del mio simbolo o se il “lettore” si ritrova nell’incertezza su dove collocare il mio simbolo. Se il mio simbolo non è diventato in qualche modo il suo, il mio gesto comunicativo avrà fondamentalmente fallito. Se il mio simbolo è anche in grado di fornire il messaggio sul senso da attribuirgli, quindi sulla sua collocazione, la mia comunicazione è stata completa. Tutta questa dinamica fa parte di una “contrattazione” invisibile tra “emissione” e “ricezione” che al momento registra equilibri e codici molto delicati.

Spesso, nelle organizzazioni questa dinamica non è chiara nemmeno nelle comunicazioni interne, immaginiamoci quando si tratta di fare proselitismo o egemonia in rete.

Il gruppo, classicamente e genericamente inteso, si trasforma in rete e la rete non è più composta da soggetti organizzati, ma da altre reti che a loro volta sono composte da nodi. Rimane però fermo il punto che la rete è composta da persone collegate le une alle altre da interessi, valori, linguaggi, consuetudini e affetto.

Il solo linguaggio politico o valoriale, quindi, ha scarse possibilità di rendersi efficace nella dinamica della comunicazione e, tanto più, in quella che riguarda l’informazione. Il fatto che i “segni” e i “simboli” della relazione assumano una importanza inedita ha un peso specifico più grande.

Se da una parte è vero che occorre reinventare un modo di comunicare e di proporre informazione, tra l’altro, giocato in un affollamento di ruoli piuttosto complesso che spesso e volentieri vengono interpretati da una stessa persona o, per dirla con il linguaggio web da una identità definita e discreta che corrisponde a più punti di presenza, dall’altra è altrettanto vero che ci sono nuove opportunità da scoprire che chiamano in causa il soggetto e i gruppi strutturati, che non accedono però a una identità definitoria propria e possono costruirsi solo come aggregati di soggetti. L’identità di gruppo quasi non esiste e ogni soggetto/punto di presenza viene valutato in base all’autorevolezza, alla fiducia, a diversi gradi di credibilità, alla coerenza.

La dimensione orizzontale fa si che tutti i contenuti che vengono prodotti subiscono un continuo processo di metalogizzazione e quasi sempre ogni intervento sul contenuto lascia una impronta. A volte la velocità con il quale accade questo processo non permette di riconoscere il testo originario che, un po’ come i testi orali dell’antichità subisce rifacimenti continui, in un tempo infinitamente più breve però.

Gli individui sono quindi inseriti all’interno di un grande contenitore in cui fondamentalmente ci si scambiano contenuti apportando valore a ogni scambio. Proprio per la forte caratterizzazione rispetto all’orizzontalità e alla partecipazione paritaria, alla democrazia, pur in presenza della connotazione “tribù del web”, mal sono tollerati i profili ufficiali o comunque tutte le ufficialità, che per forza di cose rifuggono dal modello di comunicazione empatica, o di informazione-scambio e, infine, dalla condivisione di fini. E’ un nodo del ragionamento, questo, ben presente alle aziende, per esempio, e alle organizzazioni.

IL RUOLO DEI RAPPRESENTANTI SINDACALI NEL WEB

La rete “naturale” costituita dalle RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie) ha comunque bisogno di una implementazione a livello web, che da una parte ne rafforzi le capacità di comunicazione e di informazione e, dall’altro, gli consenta di costruire campagne web in grado di impattare con numeri interessanti i flussi di informazione on line. E’ proprio in questa ridefinizione che il singolo rappresentante sindacale ritrova uno dei tanti elementi che partecipano a individuare la sua capacità di rappresentatività. Parallelamente, occorre che riesca ad acquisire il know how necessario alla produzione multimediale nel web.

L’esplosione delle nuove tecnologie e delle nuove applicazioni on line e il gran numero di possibilità che dal punto di vista comunicativo e informativo propone soprattutto al movimento sindacale nel suo complesso, produce nelle singole RSU un vero e proprio momento di crisi in quanto viene allo scoperto il contrasto, peraltro gestibilissimo, tra “RSU terminale” del sindacato da una parte e “RSU soggetto” di relazione con i lavoratori, dall’altro. Nel web, infatti, se da una parte vengono mal tollerate le “presenze ufficiali” costruite a partire da un “logo di rappresentanza”, dall’altra è sempre possibile dare spessore a una presenza relazionale e orizzontale fino al punto da renderla tal quale autorevole e coerente così come la “presenza ufficiale”.

Le RSU, meglio di molti altri soggetti politici e sindacali, gestendo il rapporto con i lavoratori off-line possono rappresentare il terreno privilegiato per la sfida dell’egemonia on line.

Il punto di maggiore emergenza, tuttavia, è non lasciare solo il rappresentante sindacale, ovvero fornirgli tutto il know how possibile e la possibilità stessa di una rete organizzata. Solo a queste condizioni è possibile prevedere che il rappresentante sindacale sappia sviluppare quelle vocazioni naturali che lo pongono al centro della relazione con il lavoratore nelle mutate condizioni dell’informazione e della comunicazione.

Imparare a muoversi nelle reti, sia nel rapporto con gli altri utenti, sia, inevitabilmente, nel rapporto con il mondo del giornalismo ufficiale, che pure pratica in modo approfondito e costante il web, a partire dai social network, è un “know how” non più rinviabile.

Si tratta di una riflessione che occorre produrre, anche a partire dal fatto che lo stesso sindacato tarda a fornire al singolo rappresentante sindacale gli strumenti utili a meglio configurare questo know how. Da una parte, quindi, la necessità di rafforzare gli strumenti in mano al singolo delegato o iscritto per aumentare quella che possiamo definire tranquillamente la sua “potenza di fuoco” attraverso il web; dall’altra, un invito al sindacato ad aprire un confronto interno in modo da arrivare alla definizione di una procedura e di un profilo certi.

LE PROPOSTE CONCRETE

Questo documento, come detto, ha anche l’obiettivo di aprire un confronto sulle proposte concrete per dare avvio alla costruzione delle reti web che siano anche reti attive off line e che comunque abbiano come obiettivo la diffusione di contenuti della battaglia politica e sindacale. Viene posto in appendice proprio per lasciare che le proposte di lavoro si arricchiscano di altri contributi.

L’esperienza di Controlacrisi ci ha dimostrato come il modello di informazione basato su una netta separazione dei ruoli (produttore di contenuti/giornalista e lettore) e su redazioni chiuse in sé e del tutto satellitari rispetto al resto non può funzionare. Quando diciamo della necessità di costruire reti non vogliamo dire altro che va perseguita una strutturazione on line che sia molto operativa per quanto riguarda la produzione e la diffusione dei contenuti.

Proponiamo quindi di scegliere alcune modalità di coordinamento attraverso le quali si possa lavorare intensamente insieme, aumentando la capacità di propagazione dei contenuti.

Campagne su alcuni temi generali e condivisi come:

–         incidenti sul lavoro;

–         lavoro minorile;

–         esperienze di cooperative autogestite;

–         statistiche su esuberi e livello salariale;

–         penalizzazione nel mondo del lavoro di alcune categorie sociali come le donne, i disabili, i migranti;

–         la condizione del precariato.

Ovviamente ce ne possono essere altri di temi. Questi servono solo a dare un piccolo esempio. Ogni campagna viene progettata a tavolino e applicata rigorosamente nei modi e nei tempi decisi collettivamente.

INCHIESTE SUL CAMPO SULLA CONDIZIONE LAVORATIVA OGGI

SISTEMA DI SEGNALAZIONE SU FATTI, EPISODI, DATI, EVENTI IN OGNI SINGOLA REALTÀ.

Sempre dall’esperienza di Controlacrisi abbiamo imparato che questo lavoro di strutturazione delle reti non si può improvvisare e che deve prevedere oltre a un nucleo di professionisti anche una operatività sul modello h 24: in breve, una redazione allargata che possa disporre di un vero e proprio esercito on line pronto a riprendere e ritrasmettere i contenuti in altre direzioni e reti, frutto del proprio lavoro quotidiano on line.

Una federazione di siti, redazioni, pagine Facebook, punti di presenza on line che soddisfi almeno alcuni di questi principi:

–         i vari siti aggiornati con frequenza e precisione;

–         nei siti devono trovar spazio contenuti dei siti della federazione e contenuti prodotti originalmente dalla redazione centrale;

–         i siti, e i membri che li animano, partecipano alla diffusione di campagne in modo corale e coordinato;

–         i siti partecipano alla diffusione delle iniziative di crowfunding per il sostegno della struttura professionale centrale;

–         i siti definiscono periodicamente i contenuti delle campagne e delle inchieste.

I servizi prodotti dalla redazione centrale dovrebbero essere:

–         giornale radio;

–         notizie sul mondo del lavoro internazionale;

–         centralizzazione dei contenuti migliori e loro trattamento giornalistico;

–         attività virale;

–         formazione;

–         coordinamento.

I TRE GRADINI INIZIALI.

1. Formazione

Grazie all’esperienza maturata in FIOM oggi è possibile organizzare sotto varie forme (video, seminari face to face, materiale cartaceo) flussi di formazione che consentano a chi ne ha voglia di cominciare ad intraprendere un percorso produttivo.

2. Il blog personale

Per il delegato sindacale il punto di partenza indubitabilmente proficuo ed efficace è il blog. Il blog infatti rappresenta il luogo migliore dove poter tenere unito il lato personale con quello pubblico del rappresentante sindacale senza per questo rischiare di incorrere in quelle contraddizioni, incoerenze, o incidenti di percorso. Il blog è l’espressione di se stessi, ovvero la possibilità di postare contenuti che riguardano tutti gli aspetti della propria attività. Nessuno potrà contraddire il contenuto di un blog o segnarlo come un quadro incoerente. Alle critiche si può sempre rispondere, ma in un blog la credibilità non è minata dall’interferenza. Nella nostra ipotesi di lavoro il blog rappresenta l’unico luogo editoriale individuale. Oltre questo livello c’è il confine del lavoro collettivo, sia per quanto riguarda la gestione dei siti, sia per quanto riguarda la progettazione dei punti di presenza su Facebook.

3. Il lavoro collettivo

Per lavoro collettivo si intende una o più reti attive e marcianti in grado di sviluppare un autentico intervento sul piano dell’informazione. La rete, come detto, è utile per varie cose,ma in particolare serve alla propagazione dei contenuti attraverso il web in maniera veloce e produttiva. In breve, serve a proceduralizzare una precisa attività virale.

Il lavoro collettivo può essere delineato a grandi linee come segue:

–         formalizzazione di una redazione diffusa che si raccoglie intorno all’aggiornamento di un sito e che prende le decisioni sui temi da approfondire, le inchieste da coordinare e le campagne da effettuare;

–         tenere i contatti più diretti con l’ufficio stampa della struttura provinciale del sindacato e a sua volta svolgere una attività verso le testate piccole e piccolissime locali;

–         costruzione di un profilo Facebook con funzioni da ufficio stampa;

–         formalizzazione di tempi e modalità dell’azione virale,scelta dei temi e attivazione dei circuiti;

–         costruzione e gestione di un sito-laboratorio sul web journalism che serva anche ad allargare il dibattito e a centralizzare i materiali per la formazione;

–         costruzione di un grande archivio con indirizzi e-mail;

–         editare e-book su argomenti inerenti al mondo del lavoro.

 

———————

 

From: Gruppo Operaio goam@hotmail.it

To:

Sent: Sunday, August 30, 2014 6:24 PM

Subject: COMITATO DI LOTTA PER IL LAVORO MILANO: CONVOCAZIONE ASSEMBLEA 3 SETTEMBRE 2014

 

Carissima/o,

la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori nel Paese, a causa delle politiche economiche praticate dal governo italiano su indicazione dell’Europa, è semplicemente drammatica.

La grande concentrazione dei redditi derivati dalla proprietà del capitale a costo di un calo molto marcato dei redditi da lavoro, ha determinato una diminuzione della domanda e della crescita economica, causando una diminuzione della percentuale delle persone che lavorano, e, contemporaneamente, una crescita esponenziale della disoccupazione, che, grazie anche all’indecente innalzamento dell’età pensionabile, ormai interessa tutte le fasce d’età.

E il governo, invece di mettere in campo azioni finalizzate alla piena e buona occupazione, che fa? Si limita a dare la mancetta a “pochi” eletti, precarizza ulteriormente i contratti a termine e, ultimo, ma non meno dannoso, svilisce la figura del rappresentante sindacale, dimezzando i permessi sindacali e facendo passare per cialtroni privilegiati tutti i rappresentati dei lavoratori (utilizzando i lavoratori pubblici come banco di prova).

Forse il vero problema è che la piena occupazione dà potere al mondo del lavoro, permettendo che aumenti la sua sicurezza e il suo livello di diritti e diminuendo proporzionalmente i redditi da capitale. E forse questo a “qualcuno” non piace.

Tutte queste azioni infatti, hanno come unica logica la distruzione dei diritti dei lavoratori e la difesa dei privilegi dei padroni e degli speculatori.

Noi lavoratrici e lavoratori, studenti, cassintegrati e precari, esodati, disoccupati e pensionati, noi che abbiamo sempre vissuto del nostro lavoro e oggi siamo in mezzo a una strada, noi che abbiamo studiato o stiamo studiando per avere un futuro dignitoso, noi che siamo considerati troppo giovani per andare in pensione, ma troppo vecchi per lavorare, noi che abbiamo a cuore il futuro di questo Paese, la cui Costituzione è stata scritta con il sangue dei nostri nonni e nonne Partigiani, noi che facciamo fatica ad arrivare alla terza settimana, ABBIAMO DECISO CHE E’ ORA DI CAMBIARE PASSO.

Per questo ti invitiamo a partecipare a questa Assemblea, propedeutica alla costruzione di una Marcia per il Lavoro milanese, capace di rimettere al centro della discussione politica temi concreti e soluzioni per ottenere piena e buona occupazione, partendo da chi ha contribuito a far crescere e arricchire il territorio e oggi si vede negare il proprio futuro.

Durante l’assemblea verrà discussa la costruzione di una serie di iniziative che siano sia di informazione, agitazione e organizzazione di un percorso di coordinamento delle realtà di lotta nel nostro territorio, sia preparatorie alla marcia.

Fra le altre proposte valuteremo la costruzione comune dell’iniziativa con i compagni della fabbrica tessile turca Kazova, occupata e rimessa in produzione dai suoi operai, prevista per il 12 settembre prossimo a Milano, per discutere anche a livello internazionale il problema fondamentale che sta alla base dello sfruttamento capitalista: produrre si, ma per chi e per che cosa?

Ti aspettiamo mercoledì 3 settembre alle ore 21 presso il circolo PRC in via Don Minzoni, 125 di Sesto San Giovanni.

INSIEME SI PUO’

UNITI SI VINCE

 

COMITATO DI LOTTA PER IL LAVORO

MILANO

 

———————

 

From: Carlo Soricelli soricarlo49@gmail.com

To:

Sent: Monday, September 01, 2014 8:32 AM

Subject: L’INDIFFERENZA CHE UCCIDE: REPORT MORTI SUL LAVORO NEI PRIMI OTTO MESI DEL 2014

 

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

http://cadutisullavoro.blogspot.com

Report morti sul lavoro nei primi 8 mesi del 2014

1 gennaio – 31 agosto 2014

Nei primi 8 mesi del 2014 sono morti sui luoghi di lavoro 423 lavoratori, tutti documentati in appositi file. Se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si superano i 900 morti.

L’aumento dei morti sui luoghi di lavoro rispetto ai primi 8 mesi del 2013 è del 7,6%. La cosa che sgomenta di più è che parlano sempre di cali incredibili tutti gli anni, mentre non è affatto vero, se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro che ricordiamo ancora una volta non sono solo quelle monitorate dal’INAIL, Istituto dello Stato che registra solo i propri assicurati, e in tantissimi non lo sono.

Praticamente nonostante l’opinione pubblica pensi il contrario a causa della propaganda, anche governativa di chi si è succeduto nel corso di questi anni, i morti sul lavoro non sono mai calati, e questo nonostante si siano persi per la crisi milioni di posti di lavoro.

In questo momento l’agricoltura con il 39,8% del totale ha un picco incredibile delle morti. In questo comparto il 72,6% sono morti in un modo drammatico: schiacciati dal trattore che guidavano. Dall’inizio dell’anno sono 122 e ben 112 da quando il 28 febbraio abbiamo mandato una mail a Renzi, Martina e Poletti, avvertendoli dell’imminente strage che di lì a pochi giorni sarebbe ricominciata col ribaltamento dei trattori. E’ così tutti gli anni.

Chiedevo loro di fare una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo e di proporre una legge sulla messa in sicurezza delle cabine di questo mezzo che uccide così facilmente. Inutile scrivere che non si sono mai degnati di rispondere e che il loro impegno è tutto dedicato a fare selfie, cinquettare e mangiare gelati, mentre per la vita di questi lavoratori che muoiono così drammaticamente non si fa niente, non si spende neppure un minuto del loro prezioso tempo per sensibilizzarli.

In edilizia i morti sui luoghi di lavoro sono il 22,9% del totale, con le solite cadute dall’alto che provocano tantissime morti in edilizia.

Nell’industria il 9,8%, il 7,8% nell’autotrasporto.

Poi ci sono tutti i lavoratori morti nei vari servizi alle imprese.

Le altre morti sono da ricercarsi nelle diverse attività, principalmente nel terziario.

Percentualmente le morti sul lavoro sono distribuite in eguale misura in tutte le fasce d’età, a parte l’agricoltura, dove le vittime hanno un’età mediamente più alta.

Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro sono il 10 % sul totale e i romeni sono sempre i più numerosi con il 45% delle morti sui luoghi di lavoro tra gli stranieri.

MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE PROVINCE ITALIANE

Valle d’Aosta (1 morto): Aosta 1; Piemonte (36 morti): Torino 14, Alessandria 7, Asti 2, Biella 0, Cuneo 10, Novara 2, Verbano-Cusio-Ossola 1, Vercelli; Liguria (8 morti): Genova 5, Imperia 0, La Spezia 1, Savona 1; Lombardia (44 morti): Milano 6, Bergamo 5, Brescia 8, Como 0, Cremona 4, Lecco 0, Lodi 2, Mantova 7, Monza 2, Brianza 1, Pavia 6, Sondrio 2, Varese 2; Trentino-Alto Adige (15 morti): Trento 4, Bolzano 11; Veneto (36 morti): Venezia 7, Belluno 2, Padova 3, Rovigo 1, Treviso 5, Verona 12, Vicenza 5; Friuli-Venezia Giulia (5 morti): Trieste 1, Gorizia 0, Pordenone 1, Udine 3; Emilia Romagna (38 morti): Bologna 4, Forlì-Cesena 6, Ferrara 6, Modena 5, Parma 6, Piacenza 3, Ravenna 5, Reggio Emilia 2, Rimini 1; Toscana (16 morti): Firenze 2, Arezzo 6, Grosseto 1, Livorno 1, Lucca 1, Massa Carrara 0, Pisa 4, Pistoia 1, Prato 0, Siena 0; Umbria (11 morti): Perugia 8, Terni 3, Marche (15 morti): Ancona 1, Ascoli Piceno 5 (compresi i 4 piloti del Tornado), Fermo 3, Macerata 2, Pesaro-Urbino 3; Lazio (36 morti). Roma 15, Frosinone 3, Latina 4, Rieti 6, Viterbo 8; Abruzzo (20 morti): L’Aquila 7, Chieti 7, Pescara 1, Teramo 5; Molise (7 morti): Campobasso 3, Isernia 4; Campania (29 morti): Napoli 8, Avellino 4, Benevento 4, Caserta 4, Salerno 9; Puglia (24 morti): Bari 12, Barletta-Andria-Trani 1, Brindisi 0, Foggia 1, Lecce 7, Taranto 3; Basilicata (4 morti): Potenza 3, Matera 1; Calabria (13 morti): Catanzaro 3, Cosenza 3, Crotone 1, Reggio Calabria 1, Vibo Valentia 5; Sicilia (30 morti): Palermo 8, Agrigento 3, Caltanissetta 5, Catania 2, Enna 2, Messina 3, Ragusa 1, Siracusa 3, Trapani 3; Sardegna (9 morti): Cagliari 0, Carbonia-Iglesias 2, Medio Campidano 1, Nuoro 2, Ogliastra 1, Olbia-Tempio 0, Oristano 3, Sassari 0.

Quando leggete questa terribile sequenza ricordatevi sempre che se si aggiungono anche i morti sulle strade e in itinere i morti sul lavoro sono almeno il doppio e tante vittime sulle strade muoiono per turni dove si dovrebbe dormire, per orari prolungati e stanchezza accumulata, per lunghi percorsi per andare e tornare dal lavoro. Non sono segnalati a carico delle province le morti sulle autostrade.

Se si analizzano con obbiettività questa raccolta dati si evidenzia un’incredibile mattanza, che fa comprendere come opera chi ci sta governando e che ci ha governato in questi ultimi anni. Se è vero che l’INAIL registra costantemente dei cali delle morti tra i propri assicurati, e questo lo scrivo ormai da diversi anni, ed è una verità molto scomoda, anche per come vengono indirizzate le ingenti risorse che lo Stato mette per la Sicurezza, questo cosa vuol dire, se l’Osservatorio Indipendente di Bologna invece può dimostrare dati alla mano che praticamente da quando è stato aperto il 1° gennaio 2008 i morti sui luoghi di lavoro sono addirittura aumentati?

Che sono calati gli occupati in posti tutelati e con assicurazioni degne di questo nome. Che le vittime sul lavoro si sono solo spostate da lavori a tempo indeterminato a lavori precari, in nero e grigio. Che la mancanza di tutele per le Partite IVA Individuali e altre importanti categorie di lavoratori, oltre a quelli che lavorano in nero e in grigio, provocano un aumento degli infortuni, anche mortali. Che il Sindacato svolge una funzione determinante per la Sicurezza dei lavoratori, ricordando che dove sono presenti in modo organizzato le morti sul lavoro sono quasi inesistenti. Sono semplici verità che la nostra classe dirigente fa finta di non vedere. La mancanza di tutele uccide i lavoratori che non possono opporsi, pena il licenziamento, anche alla mancata sicurezza sul lavoro.

E chi ci governa cosa fa? Ignora queste tragedie e aumenta la precarietà per chi lavora, ed è quindi responsabile morale di queste morti, e che se si vuole emarginare e distruggere i sindacati, come si sta facendo,e che si fa un’operazione per incrementare anche le morti sul lavoro. Abolire l’unico baluardo che è rimasto per la tutela dei lavoratori, l’ormai famigerato articolo 18, che tra l’altro è già praticamente abolito dalla Fornero e dal Ministro Poletti con la legge delega, si deve sapere che gli italiani non avranno più un lavoro “buono” cioè a tempo indeterminato, ma solo stipendi da fame, calpestio dei diritti e insicurezza sul lavoro.

E questo provocherà un danno enorme non solo per i lavoratori ma per tutti il sistema produttivo, del resto basta vedere i danni che ha già fatto questo stupido liberismo al paese.

 

Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

Print Friendly, PDF & Email