AZIENDE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE …. VIAGGIANTI

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Il gravissimo infortunio stradale che ha coinvolto una autocisterna di GPL e un TIR contenente diluente in fusti/latte ha richiamato l’attenzione nazionale sul tema del trasporto di merci pericolose su strade, ferrovie e navi.
Infatti l’episodio precedente che aveva costretto a valutare il tema è stato il crimine ferroviario di Viareggio del 29.06.2009.
Anche se il fattore ultimo che ha determinato l’ultimo evento può essere stato umano, non possono essere taciute le carenze del sistema di sicurezza del trasporto delle merci pericolose a partire, peculiarità italiana, dalla “preferenza” al trasporto su gomma che incrementa le occasioni di incidenti (in realtà pressocchè quotidiani anche se, di norma, con effetti limitati).
L’evento di Bologna mostra alcuni aspetti su cui ragionare : da un lato le immagini hanno mostrato che il sistema internazionale ADR permette un livello di sicurezza “minimo” ma fondamentale per risparmiare vite umane. La cisterna di GPL ha resistito ben otto minuti prima di esplodere, nonostante fosse avvolta dalle fiamme prodotte dalla pozza incendiata di diluente del Tir tamponato, permettendo alle persone di allontanarsi.
D’altra parte il fattore umano poteva essere significativamente ridotto con obblighi (che sono stati introdotti per i nuovi mezzi) di utilizzo delle moderne tecnologie di assistenza alla guida (es radar con frenata automatica in caso di avvicinamento pericoloso ad altri mezzi).
Altra questione che merita una revisione è quella infrastrutturale : le autostrade, le ferrovie, i porti, i centri logistici devono essere attrezzati per ridurre i danni in caso di incidenti e per permettere interventi immediati e urgenti.
Ce l’hanno già gridato i morti di Viareggio : la ricostruzione degli eventi (si veda il numero di Medicina Democratica 233-234 che riporta stralci della relazione tecnica nel processo presentata da Medicina Democratica) ha individuato una concomitanza di fattori che hanno determinato quell’evento, principalmente : la velocità del treno pur in una area fortemente abitata; la mancata manutenzione del rotabile (carrello) ove era posizionata la cisterna di GPL, la presenza di picchetti (sistema obsoleto) lungo la linea che hanno determinato la foratura della cisterna quando si è verificato il deragliamento.
Non meno importante, in quel caso, è stata la scelta “politico-economica” di far viaggiare un prodotto (GPL) dal Novara alla Sicilia per meri motivi economici : le principali raffinerie italiane (che producono anche GPL) sono proprio in Sicilia : qual è il senso di trasportare lungo tutta la penisola un prodotto pericoloso che può essere realizzato nella zona dove veniva richiesto ??
Per gli aspetti “infrastrutturali” la normativa ADR non entra nel merito ma non entra nel merito neppure la direttiva “Seveso” che, per scelta, si occupa di attività e di stoccaggi di sostanze pericolose nell’ambito di attività produttive e non di “mera” distribuzione.
Anche l’ultima versione della direttiva Seveso (direttiva 18/2012 recepita con dlgs 105/2015) non ha considerato questo aspetto lasciando un “limbo” in mezzo alle attività industriali considerate a rischio rilevante e le caratteristiche dei mezzi di trasporto (ADR), “l’ambiente” che viene attraversato da quelle che sono – di fatto – “aziende a rischio rilevante viaggiante” non trova una sua specifica normazione.

Nel corso del 2011 Medicina Democratica aveva posto questo problema nell’ambito di un workshop nell’ambito della discussione della (allora) nuova direttiva Seveso.
Riportiamo l’intervento (in italiana) di Medicina Democratica e il testo completo (in inglese) degli interventi di quella iniziativa.
intervento 13 aprile 2011 italiano

Seveso report PE 457 368 FINAL

Marco Caldiroli

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