Medicina Democratica -sezione di Napoli denucia l’imbarbarimento della fase storica attuale che sta accentuando l’emarginazione dei portatori di disabilità .

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barriere architettonicheSotto la spinta delle politiche di austerità governative ,i governi locali -regione e comune -e le AASSLL riducono gli strumenti di sostegno necessari a garantire a tutti una vita indipendente e la salute .
L’idea che ci siano soggetti con difficoltà motorie che “costano troppo” genera l’ ideologia dell’insofferenza verso la diversità che si traduce in comportamenti infami o nell’indifferenza omissiva .
In particolare MD segnala due casi particolarmente odiosi che hanno come vittime due donne ,costrette da anni ad utilizzare la sedia a rotelle per difficoltà nell’uso degli arti inferiori .
Esse sono segregate in casa per l’ottusità della burocrazia e l’egoismo ipocrita del contesto che considera la disabilità un problema antiestetico da nascondere , due casi emblematici ma che sappiamo non esser unici
Titti Aubry è una donna ,affetta da Talassemia e pertanto costretta a praticare con regolarità controlli ospedalieri e trasfusioni : nonostante le cure amorevoli della madre e dell’equipe del Policlinico , la malattia le ha comportato dei fenomeni artrosici tanto gravi da non consentirle più una autonomia nei movimenti per la qual cosa usufruisce di una sedia a rotelle che le permette gli spostamenti .
Questa donna di 44 anni non ha reddito nè sostegno familiare ma solo una piccola pensione sociale , per cui ha usufruito di un elevatore con pedana impiantato da una seconda persona disabile dello stesso condominio dove abita, in via Canzanella Vecchia 49 -a Fuorigrotta : questo supporto è fondamentale per poter superare la barriera architettonica delle scale e quindi praticare regolarmente le trasfusioni settimanali presso il Policlinico cui è collegata da un servizio di ambulanze.
Accade però che qualche settimana fa ,ritornando dalla consueta terapia del centro Trasfusionale , non ritrova più la pedana e quindi non riesce ad utilizzare l’elevatore . L’alternativa è un’ascensore che consente di raggiungere il piano stradale in un ingresso/uscita nascosto nel retro . Alle proteste della madre ,l’amministratore avrebbe risposto che la sua decisione era insindacabile e senza necessità di spiegazioni .
Da un’indagine successiva risulterebbe che, venendo meno l’uso della pedana da parte dell’altra disabile , e giocando sulla formale diversa “titolarità” del supporto ,alcuni condomini avrebbero premuto per rimuovere l’antiestetico imgombro,in modo da obbligare il passaggio della carrozzella attraverso l’ascensore ed all’esterno dello stabile .
Angela Faraca ,anche lei disabile , vive ai piani alti delle case popolari di via Comunale Limitone Arzano 21,a Secondigliano . Nonostante l’impianto di un’ascensore che le consentirebbe l’accesso alla strada ,e quindi le terapie ma anche una passeggiata , la possibilità di vedere gente e di rientrare nella vita degli altri esseri umani al di fuori delle quattro mura del suo appartamento,la madre è costretta a trasportare Angela per le scale con una faticosa operazione che comporta anche pericoli di cadute ed infortuni .L’ascensore infatti non può essere usato, benchè regolarmente installato, perchè non è stato sottoposto a collaudo .
Questo collaudo che sembrava un passaggio breve e formale in realtà non avviene mai : sono 10 anni che tale sopralluogo tecnico non avviene e non si capisce perché .
Alle richieste dei familiari , la risposta è sempre vaga , evasiva ,ambigua . Questo atteggiamento di noncuranza, protratto per lungo tempo, ha prodotto più danni della malattia nella persona che l’ha subito.
Md rivolge un appello a tutte le persone civili della città ad esprimere solidarietà alle due donne fatte oggetto di queste pericolose ed inaccettabili discriminazioni .
Md inoltre denuncia l’ssoluta noncuranza delle leggi e convenzioni internazionali ed europee relative ai diritti delle persone con disabilità ( art.20 della legge 833/78; Dichiarazione di Madrid del 2003;Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 3/5/2008; legge 3/3/2009 n°18 che ratifica la convenzione di New York del 2006 ) da parte di amministratori locali ,con funzioni pubbliche o private ,i quali puntualmente hanno mostrato di disinteressarsi del fatto che ” la maggior parte delle persone con disabilità vive in condizioni di povertà” ,della “necessità di affrontare l’impatto negativo ( delle condizioni economiche) sulle persone con disabilità” ,di far rispettare i principi generali,il “rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale,compresa la libertà di compiere le proprie scelte e l’indipendenza delle persone con disabilità” , di “garantire l’accesso a servizi sanitari ,….inclusi i servizi di riabilitazione “( art.3;art.25 legge 3 marzo 2009 n.18)

Napoli 20/2/2013
x Medicina Democratica
Paolo Fierro
e mail tabibfierro@hotmail.com
3274514127
Sportello Salute -CEntro Pertini -Piazza Di Nocera n°1 -80144 Napoli

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