ANCORA OMICIDI SUL LAVORO PREVENIBILI

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Salvatore Borriello, 47 anni, e Domenico Palumbo, 54 sono deceduti, colpiti da una parete in acciaio durante la posa vicino ai binari delle ferrovie e Pieve Emanuele (MI) ieri.
Si aggiungono all’elenco insopportabilmente sempre più lungo e in crescita esponenziale (anche “relativa”) degli omicidi sul lavoro.
Gli inquirenti dovranno rispondere a molte domande tra le quali :

1) la progettazione delle attività è stata progettata in modo adeguato (Piano Operativo di Sicurezza e Piano di Sicurezza e Coordinamento), sono stati individuati i rischi e previste delle misure idonee ?
2) Perché le misure, ove correttamente individuate, non hanno evitato l’infortunio ? Solo “colpa” umana o c’entra qualcosa l’organizzazione del lavoro (peraltro in condizioni particolari, basta vedere gli spazi ridotti disponibili visibili nella foto, tra binari, pali, linee elettriche).
3) Il carico era adeguatamente agganciato ?
4) Il mezzo di sollevamento e gli accessori (catene/funi, ganci ecc) erano adeguati per il carico ?
5) L’addetto al mezzo di sollevamento era idoneamente formato ? (Non solo sulla carta v. articolo su https://www.medicinademocratica.org/wp/?p=7874 )
6) come mai i due lavoratori erano così vicini alla lastra durante la sua movimentazione/posizionamento quando questo è da evitare e i lavoratori devono essere dotati di attrezzature atte a far “ammarare” correttamente il carico senza starne a ridosso ?

Se le domande sono tante (e dovranno avere risposte nelle indagini) il dato di fatto è un ennesimo omicidio sul lavoro sicuramente prevenibile.

Marco Caldiroli

Abbiamo ricevuto il seguente commento da un gruppo facebook di tecnici della prevenzione :


Era un cassero componibile d’armatura e non una lastra.
Il montaggio e fissaggio può avvenire solo se si rispettano determinate condizioni.
Non si sa se il cassero era stato appoggiato in attesa del fissaggio definitivo o era in fase di movimentazione.
Non si sa se hanno ceduto gli ancoraggi provvisori prima del fissaggio definitivo.
Non si sa se ci sia stato un brandeggio del cassero e i due poveretti siano stati schiacciati contro gli altri casseri già montati.
Non si sa se abbia ceduto la braca che sosteneva il carico.
Ecc., ecc..
Di certo non è il POS l’elemento discriminante nella genesi dell’evento.
Quelle che contano sono:
1) una valutazione preventiva dello specifico contesto dove si doveva operare con le conseguenti modalità da adottare;
2) la consapevolezza situazionale degli addetti (a partire da chi sovrintendeva l’attività) ed il loro livello di competenze nell’eseguire quell’attività nello specifico contesto.

A parte le precisazioni tecniche (che specificano una serie di elementi indispensabili per la ricostruzione degli eventi) segnalo che “la valutazione preventiva del contesto” e le modalità da adottare sono proprio gli aspetti che devono essere trattati sia nel PSC (a livello generale) che nel POS di ogni impresa nel dettaglio. Certamente se l’azienda che ha vinto l’appalto (presentando l’offerta al minor costo e poi magari subappaltano) non ha mai fatto un sopralluogo sul sito per capire il contesto (evenienza tutt’altro che rara) è pacifico che non avrà redatto un POS decente, non avrà dato indicazioni corrette e complete, non avrà organizzato correttamente (a partire dal ruolo e dalla attività concreta dei preposti) le modalità di posa, poi si potrebbe anche scoprire (non sarebbe la prima volta) che le istruzioni di posa del produttore dei prefabbricati (cassero) non siano adeguate per garantire la sicurezza in tutte le condizioni d’uso.

Marco Caldiroli

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