LETTERA APERTA DA UNO SCIENZIATO (ANTICONFORMISTA, NON NEGAZIONISTA) AI GIOVANI DEI FRIDAYS FOR FUTURE

Ascolta con webReader

Riceviamo dal nostro associato Angelo Baracca e rilanciamo.

Cari giovani e studenti,
per chi non mi conosce sono un professore di fisica (in pensione) dell’Università di Firenze,
l’insegnamento è stato la passione della mia vita e chi è stato mio allievo credo possa
testimoniare che in 47 anni (complessivi) di insegnamento ho sempre espresso senza reticenze le
mie opinioni, con lo scopo che ogni studente si formasse liberamente la sua, anche se fosse
opposta alla mia.
Da 50 anni sono impegnato sulle questioni ambientali e contro le guerre, e devo dichiarare in
tutta onestà che molto spesso mi sono trovato a contrappormi alla maggioranza dei miei colleghi.
Mi ha colpito molto la vostra scelta di un’alleanza con gli scienziati sulla questione del clima:
la giudico una scelta importante, ma personalmente valuto dei pro e dei contro, e su questi ultimi
in particolare vorrei brevemente esprimere le mie posizioni personali.
Il mio parere è che gli scienziati siano senza dubbio referenti di importanza fondamentale, le
loro analisi e i loro pareri costituiscano punti di riferimento necessari, ma da qui a stabilire
un’alleanza tout court mi parare ce ne corra.
Senza dubbio non disconosco affatto l’importanza che sul problema del clima la maggioranza
degli scienziati sia oggi schierata nettamente nella denuncia della gravità epocale della situazione
attuale e nella richiesta perentoria di una vera inversione di tendenza, e di provvedimenti radicali.
Io tuttavia nella mia attività scientifica, e nel mio impegno sociale, ambientale e pacifista (due
cose che non ho mai separato) mi sono trovato in moltissime occasioni a contrappormi alla
grande maggioranza dei miei colleghi. Da quando ho imboccato la professione scientifica ho
sempre contestato che la Scienza sia neutrale rispetto alle condizioni sociali, economiche,
culturali – rispetto al potere tout court (del resto metà degli scienziati lavorano per la guerra) – e
ho criticato, in termini concreti, il concetto di una oggettività intrinseca, o di verità assolute.
Porto un esempio molto concreto, che ho vissuto in prima persona. Se negli anni Settanta-
Ottanta del secolo scorso si fossero seguiti i pareri prevalenti degli scienziati e ingegneri, in Italia
avremmo ancora programmi nucleari attivi. Il referendum del 1987 che di fatto chiuse i
programmi nucleari italiani fu vinto a dispetto dei pareri che dominavano fra gli scienziati.
Ancora nel secondo referendum del 2011, pur essendo le posizioni più articolate, erano numerosi
gli scienziati favorevoli alla ripresa dei programmi nucleari (e credo che non pochi scienziati
favorevoli abbiano evitato di esporsi esplicitamente). La mia posizione sul nucleare (civile e
militare), da sempre, mi pare evidente da quanto ho detto: non mi sembra il caso di entrare nel
merito in questa sede, anche di altri aspetti delle mie posizioni, ma chiunque sia interessato può
chiedermi materiali (angelo.baracca@gmail.com).
La mia opinione, nulla di più, è che il vostro movimento dovrebbe senza dubbio ascoltare le
analisi e i pareri degli scienziati, mantenere stretti rapporti di confronto, utilizzare tutte le
consulenze qualificate, discuterle, confrontarsi a tutto campo, ma conservare una totale
autonomia di valutazione, di giudizio e di scelta. È a mio parere un presupposto irrinunciabile, è
la forza del vostro movimento. Io mi sono formato con la scritta sulla parete de La Sapienza di
Roma nel 1968 (avevo già 29 anni): “Non dateci consigli, sappiamo sbagliare da soli”.
Personalmente questo è il tipo di rapporto che intendo mantenere e praticare.
Un saluto a tutte/i con l’augurio che il vostro movimento cresca e si radichi, e riesca a
realizzare il futuro che meritate, e che le mie generazioni non hanno saputo darvi (mi ha colpito
un’affermazione dello scrittore Andrea Camilleri, 93 anni: “Come italiano sento di avere fallito”).
Angelo Baracca

Print Friendly, PDF & Email