7 aprile 2020 – Diffondere la solidarietà, non il virus

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IT – Investire nella salute per tutte e tutti: “diffondere la solidarietà, non il virus”
 
Oggi più che mai è urgente agire. L’epidemia di COVID-19 ci mostra l’importanza di una azione coordinata, non solo nei nostri propri sistemi di sanità locali, ma anche a livello nazionale ed internazionale. Quello di cui abbiamo bisogno ora, è un sistema di sanità solido e solidale per tutte e tutti e di una coordinazione che oltrepassi le frontiere nazionali, grazie ad un’azione efficace su scala europea e mondiale
 
Garantire la sanità pubblica significa che dobbiamo assicurarci che i più vulnerabili tra di noi possano avere accesso a tutte le misure sanitarie necessarie. La ripartizione iniqua delle risorse compromette la nostra capacità di controllare il virus e ci conduce a delle sofferenze e ai dei decessi inutili, oggi e domani.
 
Questa crisi è solo la punta dell’iceberg. Da molti anni, i sistemi sanitari degli stati membri europei subiscono forti attacchi, per via di privatizzazioni, commercializzazioni, sottofinanziamenti e regionalizzazioni, imposti dall’Unione Europea attraverso misure di austerità sulla spesa sanitaria. Ciò ha indebolito la capacità dei sistemi sanitari di coordinare le campagne preventive su larga scala e ha limitato la loro capacità di sviluppare dei servizi di cura in situazioni di crisi, erodendo la fiducia del pubblico nel sistema sanitario nel suo complesso.
 
Per queste ragioni, la Rete europea*, il People’s Health Movement, EPSU*, Alter Summit e Medact chiedono ai nostri decisori politici locali, nazionali europei e mondiali di intraprendere un’azione immediata per proteggere la nostra sanità pubblica. 
 
La crisi a cui assistiamo oggi illustra per cosa ci battiamo ogni 7 aprile, Giornata europea di azione contro la commercializzazione della salute e della protezione sociale e Giornata dei popoli per la salute: un sistema di salute forte, solidale e accessibile a tutte e a tutti
 
Oggi, come il 7 aprile e a seguire, che sia con azioni in strada, nei nostri ospedali, attraverso le reti sociali o la stampa, noi chiediamo ai nostri decisori di prendere le misure necessarie affinché il nostro sistema sanitario e i nostri operatori sanitari siano capaci di rispondere ai bisogni della popolazione grazie ad un sistema sanitario universale forte che sia protetto dalle logiche lucrative e dagli appetiti delle società commerciali.

Anche prima di questa crisi sanitaria, i servizi pubblici e non di mercato non potevano più soddisfare le esigenze della popolazione a causa della mancanza di risorse. E gli operatori commerciali stanno entrando nel “mercato” per colmare il vuoto creato da queste politiche. Questi servizi commerciali offrono servizi più costosi ai clienti che possono pagare di più. Ciò significa che i cittadini più ricchi possono permettersi un’assistenza veloce, regolare e di qualità. Gli altri devono accontentarsi delle cure che i servizi pubblici e non commerciali sottofinanziati possono ancora offrire.

Ciò di cui abbiamo bisogno è un’assistenza medica veloce, gratuita e di qualità accessibile a tutti. In sua assenza, il tasso di mortalità dovuto a questo virus, COVID-19, continuerà ad aumentare drammaticamente.

Nel medio e lungo termine, l’aumento della spesa pubblica per la salute e l’aumento degli investimenti nella sanità pubblica e non commerciale sono cruciali, non solo per invertire anni di sottofinanziamento della spesa in molti Paesi, ma anche per garantire che il personale e le strutture sanitarie possano far fronte alle richieste future. Già prima dell’epidemia di COVID-19, l’Europa aveva un deficit di circa un milione di operatori sanitari.

Il 6 marzo, in occasione del dialogo sociale riguardante gli ospedali presso la Commissione Europea a Bruxelles, i sindacati hanno sottolineato la loro preoccupazione per la salute degli operatori sanitari e la mancanza di protocolli e materiali di sicurezza. Le aziende commerciali private stanno approfittando della scarsità durante questa epidemia e stanno vendendo materiale medico di base per la sicurezza al miglior offerente, introducendo al contempo la paura nella popolazione.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità chiede misure di controllo severe, tra cui il monitoraggio e l’isolamento delle persone che sono state a contatto con i pazienti. Se diversi Paesi non hanno seguito questa raccomandazione con sufficiente rapidità, ciò è dovuto principalmente alla mancanza di personale e risorse nel settore sanitario, ma anche a interessi economici nazionali a breve termine. Di conseguenza, le persone provenienti dall’Europa hanno contribuito a diffondere il virus in paesi, come nel continente africano, che hanno sistemi sanitari più deboli a causa degli inadeguati sistemi di sorveglianza, della limitata capacità dei laboratori, della scarsità di risorse umane nel settore della sanità pubblica e dei limitati mezzi finanziari.

Ovunque, i lavoratori delle istituzioni sanitarie sono esposti molto più della popolazione in generale e corrono un rischio particolare nel continuare ad essere in prima linea in questa epidemia. In Italia, il 5% dei casi diagnosticati di COVID-19 sono operatori sanitari. In quanto lavoratori in prima linea, la loro posizione è vulnerabile all’inizio, ed è aggravata dalle conseguenze dell’attacco delle misure di austerità e dei tagli di bilancio che i sistemi sanitari pubblici in Europa hanno subito nell’ultimo decennio.

In molti casi, ad esempio in Italia, i limiti all’occupazione che sono stati attuati per ridurre le spese hanno portato ad un deficit di operatori sanitari nel sistema pubblico. In risposta a queste carenze, alcuni Paesi hanno fatto ricorso all’impiego di operatori sanitari già in pensione. Questo non solo dimostra l’impreparazione dei nostri sistemi sanitari a rispondere alle esigenze delle persone, ma mette anche a rischio la salute degli stessi operatori sanitari in pensione. In altri Paesi, come il Belgio, la carenza di attrezzature di protezione di base è motivo di grave preoccupazione: se tali carenze si verificano nei Paesi centrali dell’UE, dovrebbe essere spaventoso immaginare fino a che punto possano crescere nei Paesi periferici dove i sistemi sanitari pubblici sono stati prosciugati ancora di più.

È fondamentale per noi riconoscere il ruolo estremamente importante che gli operatori sanitari stanno svolgendo nell’affrontare questa epidemia di coronavirus e sostenere loro e i loro sindacati nelle loro richieste di rapporti di sicurezza del personale e di fornitura di adeguati dispositivi di protezione.

– Perché servizi sani e di qualità iniziano con finanziamenti sufficienti…
– Perché una popolazione può essere sana solo se le forze di mercato vengono contrastate…
– Perché l’accesso alla salute significa garantire a tutti l’accessibilità finanziaria, geografica, temporale e culturale…
– Perché la democrazia sanitaria è essenziale…
– Perché il 75% della nostra salute dipende dalle condizioni sociali, ambientali e di genere in cui viviamo…
– Perché la politica dei farmaci deve essere al servizio della popolazione e non al servizio delle aziende farmaceutiche transnazionali…
– Perché la nostra salute, i nostri caregivers, i nostri ospedali sono in pericolo…

LOTTIAMO INSIEME PER UN FORTE SISTEMA SANITARIO UNIVERSALE, FINANZIATO CON FONDI PUBBLICI, IN GRADO DI AFFRONTARE LE CRISI SANITARIE DI OGGI E DI DOMANI

Il 7 aprile, per il quinto anno consecutivo, organizziamo delle azioni decentralizzate in tutta Europa in occasione della Giornata europea di azione contro la commercializzazione della salute e la Giornata dei popoli per la salute nel mondo.

Abbiamo deciso di annullare tutti i raduni e le azioni con contatto fisico.

Chiamiamo tutte e tutti a manifestare il proprio sostegno al nostro appello “diffondere la solidarietà, non il virus” con un’azione “lenzuolo bianco” il 7 aprile: 

1. Appendi un lenzuolo bianco con il tuo messaggio in un posto visibile
2. Scatta delle foto
3. Condividile sui social network con l’hashtag  #health4all

Infine, esprimiamo la nostra sincera gratitudine agli operatori sanitari che stanno dedicando la loro vite per aiutare le persone colpite e porgiamo le nostre condoglianze agli amici e ai familiari di coloro che sono deceduti.

• La Rete europea contro la commercializzazione e la privatizzazione della salute e della protezione sociale (http://europe-health-network.net/)
• People’s Health Movement Europe (https://phmovement.org/)
• European Public Service Union (EPSU https://www.epsu.org/)
• Alter Summit (www.altersummit.eu)
• Medact 
 
Contatto: Sarah Melsens, Coordinatrice della Rete europea contro la commercializzazione e la privatizzazione della salute e della protezione sociale
Tél. +32499 42 44 48 – europeanhealthnetwork@gmail.com
https://www.facebook.com/events/549550719025438/

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