
Oggi, per la nostra comunità, ovvero quella di Salerno ed in particolar modo della Valle dell’Irno, è una giornata epocale. La sentenza della Corte europea dei Diritti dell’Uomo mette la parola fine all’accertamento della verità storica sul disastro ambientale e sulla devastazione causata dall’inquinamento delle Fonderie Pisano. Siamo soddisfatti di questa sentenza, che condanna inequivocabilmente lo Stato italiano e tutti gli organi istituzionali responsabili, quali la Regione Campania, il Comune di Salerno e l’ASL, che avevano il potere, ma soprattutto il dovere, di tutelare l’articolo 8 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo: “Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza”. La Corte ci dà pienamente ragione su tutto ciò che abbiamo denunciato in questi decenni, sul grido di dolore che arrivava dalla Valle dell’Irno. Oggi, la nostra gioia è però mista all’amarezza, quella di sapere di aver avuto sempre ragione ma di non essere mai stati ascoltati. Un autorevole organo giurisdizionale internazionale, con questa condanna, mette in evidenza in maniera chiara le responsabilità istituzionali sulla violazione dei diritti fondamentali dell’uomo.
Sabato 10 maggio, alle ore 11.15, approfondiremo la sentenza al Bar Verdi Caffè Letterario, in piazza Luciani, insieme ad alcuni dei 153 ricorrenti che l’hanno resa possibile, sottoscrivendone il ricorso nel 2019. Entreremo nei particolari delle 49 pagine, che ribadisco, in maniera definitiva, mettono la parola fine quantomeno alla verità storica, ovvero al fatto che quello che abbiamo denunciato in questi decenni era verità, anche se siamo stati abbandonati all’inquinamento causato da questo vetusto ed obsoleto opificio operante sul territorio.
Questa sentenza la dedichiamo in particolare ad alcuni defunti, come Antonella Todisco, Franco Calce, Vito Todisco e Palma Ferrara, tra i tanti morti ed ammalati di patologie tumorali, che vivevano nei pressi della fonderia e che non sono stati tutelati dallo Stato. Dedichiamo a loro, a queste vittime dell’inquinamento, questa sentenza storica e la dedichiamo anche, voglio sottolineare in maniera particolare, ad almeno 2 dei 153 ricorrenti che erano in vita nel 2019, quando hanno sottoscritto il ricorso, come il professor Pino Cantillo ed il signor Ugo Di Concilio, i quali denunciavano nelle loro abitazioni il lezzo nauseabondo delle Fonderie Pisano e l’inquinamento atmosferico a questo collegato. Questi attivisti non ci sono più, deceduti per patologie collegate all’inquinamento, ed oggi, all’arrivo di questa sentenza, non hanno potuto avere la soddisfazione di vedere i risultati raggiunti grazie anche alla loro battaglia per la vita, la salute e l’ambiente, per garantire anche alle future generazioni della Valle dell’Irno quell’articolo 8 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, che sancisce il rispetto della propria vita privata e familiare.
Lorenzo Forte, presidente dell’Associazione “Salute e Vita” e referente della sezione di Medicina Democratica di Salerno
Qui il comunicato stampa dello studio legale Saccucci & Partners che ha seguito il procedimento